Dal 2015 (anno di debutto dei 730 online) al 2017 le dichiarazioni gestite dai CAF salgono ulteriormente in numeri assoluti: da 17.369.822 a 17.624.566.
Una rete professionale, organizzata, solida, veloce. Questi i motivi per cui circa il 90% delle dichiarazioni fiscali viene raccolto in tutta Italia dai CAF, i Centri di Assistenza Fiscale, che hanno una diffusione territoriale pari a quella dell’Arma dei Carabinieri.
I CAF sono infatti considerati dal cittadino il punto di riferimento di tutte le relazioni economiche che lo legano allo Stato e questo vale in maniera trasversale per tutti i ceti e in tutte le regioni.
Questo ruolo di cerniera tra Pubblica Amministrazione e cittadini coinvolge oltre 30 milioni di italiani.
Questo trend – anche dopo l’avvio della procedura del 730 online – non tende a diminuire tanto che in numeri assoluti il lavoro dei CAF è ulteriormente aumentato passando da 17.369.822 di dichiarazioni del 2015 a 17.624.566 di dichiarazioni gestite nel 2017.
Numeri che non potranno subire sostanziali ridimensionamenti nemmeno in futuro.
Le ragioni possono riassumersi:
- nella fidelizzazione dell’utenza che vive un rapporto di fiducia consolidato con i CAF e le loro organizzazioni di riferimento;
- nella mancanza di tempo e la paura di sbagliare che spingono il contribuente a rivolgersi ad un intermediario, che assiste e tutela, e allo stesso tempo garantisce correttezza e legalità fiscale per non incorrere in errori, ed evitare il pagamento dell’eventuale sanzione;
- nella scarsa dimestichezza con l’informatica e i servizi telematici di ancora larga parte della popolazione;
- nella relativa incompletezza del precompilato, che se da un lato è stata in parte colmata nel 2016 e 2017, dall’altro è alimentata dall’introduzione di sempre nuove norme particolari in materia di deduzioni e detrazioni.
Si tratta di gap che sembrano difficilmente superabili nei 5 anni previsti dallo Stato per la precompilazione totale delle dichiarazioni.
Altro settore in cui l’intervento dei CAF è imprescindibile è quello relativo alle pratiche riguardanti sia il reddito d’inclusione (REI) che quelle legate alle prestazioni agevolate per i servizi pubblici attraverso ISEE.
Quasi 6 milioni di famiglie italiane hanno usufruito dei servizi dei Centri di Assistenza Fiscale. Nei primi tre mesi dell’anno, le richieste sono aumentate del 25%.
I CAF, per il loro modello organizzativo molto flessibile, consentono di realizzare servizi a costi molto bassi. Costi che lo Stato non sarebbe in grado di ottenere.
Il livello di informatizzazione raggiunto dal fisco italiano non si sarebbe mai potuto ottenere senza l’apporto dei Centri di Assistenza Fiscale che hanno sempre collaborato con l’Agenzia delle Entrate applicando appieno l’evoluzione digitale in atto nel rapporto Stato – contribuente. E’ proprio grazie ai dati inviati dai CAF (e dagli altri intermediari) che L’Agenzia può predisporre le singole dichiarazioni dei redditi. Tuttavia rimane sempre al cittadino l’onere di verifica, motivo per cui continua a rivolgersi ai CAF.
(Comunicato stampa Consulta dei Caf, 23 aprile 2018)