Nessun accordo tra le associazioni datoriali ed i sindacati sull’aggiornamento retributivo relativo alle figure contemplate nel contratto nazionale del lavoro domestico.
In assenza di un’intesa, si applica l’art. 38 del CCNL di riferimento il quale prevede l’adeguamento delle retribuzioni minime all’80% dell’inflazione rilevata dall’Istat al 30 settembre di ogni anno e delle indennità di vitto ed alloggio al 100% dell’inflazione rilevata.
In pratica il mancato accordo comporterà, fin da subito un aumento di circa il 9,20% delle retribuzioni di colf badanti e baby-sitter e del lavoro domestico che ormai, per svariati motivi, sono presenti nella maggioranza delle case degli italiani.
Pertanto sui bilanci già affaticati delle famiglie, peserà un incremento di spesa che, secondo le stime del Sole24Ore, sarà compreso tra i 109 e i 145 € a seconda del profilo del lavoratore domestico e della mansione.
Situazione di non facile gestione che, aggravata anche dal caro bollette e da quello benzina, potrebbe portare ad una riduzione delle ore di lavoro fino ad un aumento della precarietà e del sommerso.