La Naspi, l’indennità di disoccupazione destinata ai lavoratori che perdono involontariamente il posto di lavoro, subisce importanti modifiche a partire dal 2025. La legge di bilancio ha introdotto nuove e più stringenti regole, in particolare per chi ha presentato le dimissioni volontarie o ha risolto consensualmente un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Dal 1° gennaio 2025, chi si dimette da un contratto di lavoro e, nei successivi 12 mesi, viene licenziato da un nuovo impiego a termine, dovrà dimostrare di avere accumulato almeno 13 settimane di contributi relativi all’ultimo lavoro svolto.
Chi non soddisfa questo requisito non avrà diritto a ricevere l’assegno di disoccupazione.
Il nuovo criterio avrà un impatto notevole per tutte quelle persone che si trovano a passare frequentemente da un impiego all’altro e che quindi non accumulano molti contributi nell’arco del singolo rapporto lavorativo.
Come ricorda l’Inps, la Naspi spetta ai lavoratori con un rapporto di lavoro subordinato che hanno perduto involontariamente l’occupazione.
Attualmente, la Naspi prevede un’indennità pari al 75% della retribuzione media percepita nei quattro anni precedenti, calcolata su un periodo pari alla metà delle settimane di contributi versate negli ultimi 48 mesi. Questa indennità è pensata per fornire un supporto economico ai lavoratori disoccupati mentre cercano un nuovo impiego.
Tuttavia, i cambiamenti in arrivo potrebbero ridurre il numero di persone che possono effettivamente accedere a questa forma di sostegno.
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